Sondaggio

Sondaggio sui “Problemi nel soccorso”

a) Un’importante spiegazione

Più di un anno fa, dopo avere preso atto di numerosi commenti e considerazioni da parte di volontari delle associazioni di soccorso, che lamentavano carenze e aspetti discutibili nel contesto del comparto, annunciammo ai responsabili di AREU Lombardia la nostra disponibilità a effettuare un’inda gine appropriata.

Sia l’idea che la nostra posizione neutrale furono allora apprezzate e, anzi, ci avvisarono che potevamo incorrere in qualche ripercussione, in qualche rischio.
Paventammo l’esistenza di infiltrazioni anomale nel settore ma, ribadendo le nostre intenzioni, organizzammo successivamente due riunioni con esponenti delle principali organizzazioni (Croce Ros- sa, Anpas e Croce Bianca), al termine delle quali confezionammo un possibile questionario, teso a evidenziare i problemi che ostacolano l’opera di soccorso delle associazioni e a cercare di rimuoverli o almeno di contenerli.

Offrimmo doverosamente ad AREU l’eventualità di promuovere assieme l’iniziativa, ma dopo qualche mese, accogliendo il comprensibile diniego di questo organismo, decidemmo di dare il via all’o perazione.
Selezionammo un centinaio di associazioni lombarde, tenendo conto di una ponderata rappresentanza tra realtà di grossi e di centri minori, nonché della loro appartenenza alle loro reti e aggiungendo alcune indipendenti, inviando verso la fine di giugno 2012 per via informatica un questionario compilabile e restituibile direttamente. I primi risultati, malgrado l’aiuto avuto da Croce Rossa e Croce Bianca, si dimostrarono alquanto esigui e per tale motivo l’operazione venne ripetuta altre due volte (l’ultima alla fine del 2012).

In totale, solo 20 associazioni (che ringraziamo vivamente!) hanno risposto all’iniziativa. Ci è stato detto che questa scarsità di rispondenza è da ascrivere alla miriade di problemi che le associazioni devono affrontare quotidianamente e anche noi vogliamo escludere altri motivi o reticenze: sarebbe infatti strano rifiutare una collaborazione che prospetti agevolazioni al proprio servizio.

Per questo l’iniziale titolo pensato (“Indagine sui problemi nel soccorso”) è stato ridimensionato e ridefinito doverosamente “sondaggio”: un campione di 20 soggetti, infatti, non è certamente rappresentativo dell’universo delle associazioni lombarde e tuttavia, scorrendo le risposte, abbiamo trovato interessanti e molto indicative le considerazioni trascritte.

Abbiamo così deciso di presentare ugualmente lo studio, limitandoci a fornire i risultati globali, sen za segmentazioni e rinunciando alla conferenza di presentazione alla quale avremmo voluto invitare tutte le associazioni, mettendolo semplicemente a disposizione degli interessati.

b) I punti del sondaggio

La ricerca ha puntato ad approfondire i seguenti punti che le associazioni devono affrontare::

* Problemi operativi
* Problemi burocratici/organizzativi
* Problemi relativi al personale (operatori e volontari)
* L’uniformità delle associazioni nella formazione e nell’operatività

c) Risultati

Dom. 1: “Quali problemi od ostacoli quotidiani incontrano i Vostri operatori e volontari nel servizio del soccorso? E con quale grado di ripercussione sul servizio?”

1.1 – Informazioni sul recapito degli infortunati

Questo problema non pare particolarmente rilevante: solo 2 associazioni l’hanno messo in evidenza, 13 lo ritengono modesto (ma tuttavia avvertito) e 5 addirittura inesistente.

1.2 – Informazioni preventive sulle patologie

In questo caso, la considerazione delle associazioni è più marcata: 6 ne lamentano fortemente la carenza, 9 in modo modesto e 5 nullo.

1.3 – Tempi di attesa per la restituzione delle lettighe

Tale contrattempo risulta ancora avvertito: da 7 associazioni in modo molto evidente, da 10 in modo modesto (e tuttavia presente) e solo da 3 inesistente, prevalentemente nei centri minori.

1.4 – Traffico che rallenta gli interventi

Quello del traffico, anche se prevedibile, è l’ostacolo maggiormente segnalato nell’opera del soccor so: da 9 associazioni in modo marcato, da altre 8 in modo modesto e solo da 3 in modo marginale. Siamo consapevoli che si tratti di un problema difficilmente risolvibile, per il quale si potrebbe però tentare qualche iniziativa adeguata, come ad esempio l’istituzione di un maggior numero di corsie riservate o istruzioni ai guidatori di veicoli privati, pochi dei quali, quando sentono una sirena, sanno come comportarsi. O che parcheggiano in doppia fila anche nei pressi dei Pronto Soccorso.

1.5 – Mancanza o inadeguatezza ascensori nelle case degli infortunati

Tre associazioni su 19 non avvertono questo problema, segnalato però in modo evidente da altre 5, mentre 12 lo incontrano meno o più saltuariamente.

In sintesi, questo primo punto relativo ai problemi operativi, è riassumibile con questa scala di ripercussioni sul servizio:

> Traffico
> Tempi di attesa per restituzione lettighe
> Informazioni sulle patologie
> Mancanza/inadeguatezza ascensori
> Informazioni sul recapito degli infortunati

9 molto 7 molto 6 molto 5 molto 2 molto

8 abbastanza 10 abbastanza 9 abbastanza 12 abbastanza 13 abbastanza

Due segnalazioni aggiuntive hanno riguardato la pericolosità dei dossi/dissuasori di velocità, alquan to pericolosi per gli infortunati trasportati, soprattutto se politraumatizzati. Una ha invece toccato le difficoltà di parcheggio nei luoghi di intervento.

Dom. 2: “Le associazioni di soccorso devono affrontare costi di sede, gestione dei mezzi, abbigliamento e apparecchiature, rapporti con gli enti pubblici, ma anche la tutela dei soccorritori, esposti a responsabilità civili e penali. Quali problemi o quali normative attuali, secondo voi, complicano l’attività delle associazioni di soccorso? E come, secondo voi, si potrebbero rimuovere o superare?”

Forniamo di seguito, in scala, le indicazioni raccolte, a fianco delle quali abbiamo aggiunto i rimedi indicati (Nota: i “rimedi” indicati possono essere molteplici e superare dunque numericamente le indicazioni).

Fattori indicati
– Costo/manutenzione mezzi e carburante (6)

– Tutela/sicurezza soccorritori/volontari (3)

– Costo divise e materiale sanitario (2)

– Reclutamento volontari (2)
– Pratiche burocratiche/burocrazia (2)
– Ritardo pagamenti convenzionati e rendiconti (2)

– Professionalità soccorritori/volontari

– Mancanza filtro nella richiesta di intervento (1) – Tariffe rimborsi (1)
– Lunghezza periodo formazione (1)
– Sede operativa inadeguata (1)

– Burocrazia interna della CRI

Rimedi

– Istituire un centro/consorzio comune (4)
– Contributi o agevolazioni statali (1)
– Sostituire i mezzi obsoleti ogni sette anni (1).

– Norme su abbigliamento e protezione (3)
– Maggiore elasticità dei gestori (2)
– Contributi pubblici (es. per esame sangue) (1) – Distinzione tra volontari e stipendiati (1)

– Centro acquisti comune (2)
– Maggiori contributi statali (1) – Costi agevolati (1)
– Riforma nazionale (1)

– Maggiore comunicazione sul soccorso (2) – Snellire/semplificare procedure (2)

– Controlli (1)
– Limitazione a importi pattuiti (1)

– Contributi pubblici per aggiornamenti (1) – Controlli adeguati (1)

– Personale più qualificato (1)
– Aggiornamento tariffe regionali (1) – Affiancamento operativi (1)
– Intervento del Comune (1)
– Privatizzazione (1)

Per quanto riguarda il Vostro personale (operatori e volontari), siete molto, abbastanza o poco d’accordo con le seguenti affermazioni:

Dom./affermazione 3: “Rispetto alle attuali esigenze di servizio e di turni, il nostro organico è inadeguato”.

Molto d’accordo 3 Abbastanza d’accordo 12 Poco o non d’accordo 5

Gli estremi “molto” e “poco” quasi si pareggiano ma, anche se non in maniera eclatante, è evidente come la maggioranza delle associazioni avverta il problema dell’organico, che dunque costituisce un motivo di seria preoccupazione.

Dom./affermazione 4: “Negli ultimi cinque anni, la disponibilità dei volontari in organico è diminuita”.

Molto d’accordo 8 Abbastanza d’accordo 9 Poco o non d’accordo 3

Riguardo il bacino dei volontari, solo 3 associazioni ne contestano la riduzione. Ben 8 la riconoscono in pieno e altre 9 non in modo drammatico, ma pur sempre evidente.

Dom. 5: “Per ciò che concerne la diminuita disponibilità di volontari nell’organico, quanto siete d’accordo con le seguenti motivazioni” (Nota: rispondono quelli che riconoscono la diminuzione):

5.1: “Problemi di lavoro/studio”

Molto d’accordo 4 Abbastanza d’accordo 11 Poco o non d’accordo 1

5.2: “Diminuzione dei valori etici e morali”

Molto d’accordo 6 Abbastanza d’accordo 7 Poco o non d’accordo 5

Altre motivazioni addotte (5.3)

– Aumento della disoccupazione/del precariato, che soffocano la disponibilità dei giovani (2) – Andamento economico nazionale (1)
– Cinque anni fa bastavano due turni al mese. Ora ne occorrono tre, più gli aggiornamenti (1) – Richiesta di professionalità e responsabilità eccessive per i semplici volontari (1)

– I giovani puntano al 118, sottraendosi ai servizi più impegnativi delle associazioni (1).

Pare evidente che la crisi economica abbia inciso negativamente anche in questo settore, ma si avverte anche un calo, ancora più preoccupante perchè esistenziale, della spinta etica e morale.

Dom. 6: “L’attuale FORMAZIONE degli operatori e volontari, secondo voi, è adeguata alle effettive esigenze in tutte le associazioni operanti?”

Sì 12 No 6 Non saprei 2

In maggioranza si ritiene adeguata l’attuale formazione presso tutte le associazioni. Un terzo è invece di parere del tutto opposto. Quello della formazione è comunque un fattore di estrema importanza, che merita la massima attenzione da parte di chi deve garantirla, sia a livello interno che esterno.

Dom. 7: “Potreste sintetizzare se e cosa occorrerebbe fare per migliorare la formazione dei volontari?”
Questi i commenti raccolti (tutti singoli):

– Ci sono ancora differenze tra associazione e associazione
– Certe associazioni hanno criteri del tutto propri di valutazione. Per altre basta mettere qualcuno in

ambulanza
– Tutte le associazioni dovrebbero sottostare a uno standard elevato
– La formazione in Croce Rossa è più elevata rispetto alle altre associazioni
– Occorrerebbe una uniformità di insegnamento per tutte le associazioni
– Si richiede un livello di preparazione troppo elevato, che scoraggia molti volontari. Occorrerebbe

prevedere una figura intermedia, come ad esempio “Assistente soccorritore”
– Si dovrebbe concretizzare in breve tempo le relative delibere regionali
– In Croce Bianca il grado di formazione è buono e vengono tenuti corsi di aggiornamento
– Occorre programmare corsi periodici di aggiornamento
– Occorre responsabilizzare maggiormente i singoli volontari
– L’attuale sistema di formazione è adeguato. La differenza la fa l’esperienza: sarebbe quindi molto

utile mettere a confronto le varie esperienze o condividere i servizi in cui si siano riscontrati problemi particolari.

Anche se variegati e senza qualche particolare concentrazione tematica, le indicazioni raccolte ci sembrano utili e ben degne della dovuta attenzione.

Passiamo ora all’ultimo, ma più delicato tema del sondaggio: quello relativo alle stesse associazioni e al mondo dell’associazionismo nel soccorso.

Dom. 8: “Ritenete che sia molto, abbastanza o poco importante che le associazioni di soccorso debbano sottostare tutte agli stessi requisiti di formazione e di gestione per assicurare un servizio adeguato?”

Molto 20

Tutte le associazioni che hanno risposto al nostro studio, senza alcuna eccezione, si sono dichiarate d’accordo con l’esigenza di una uniformità nei requisiti che dovrebbero caratterizzare i soccorritori.

Dom. 9: “Potreste elencare i requisiti di base a cui si dovrebbero uniformare tutte le associazioni di soccorso?”

Queste le indicazioni raccolte:

Certamente con un campione più vasto le indicazioni sarebbero risultate più incisive e comunque vari spunti interessanti sono ugualmente emersi.

  • Uniformare presìdi e protocolli, ancora diversi da regione a regione (6)
  • Mezzi, equipaggiamento e attrezzature uniformate/rispondenti alle delibere (5)
  • Formazione dei soccorritori uniformata alle delibere regionali (2)
  • Uniformare il numero dei soccorritori presenti sull’ambulanza (1)
  • Maggiore tutela per il personale e i volontari (assicurazione – visite di idoneità) (1)  Certificazione di tutti i volontari (diversa, secondo il tipo di servizio svolto) (1)
  • Quelli dettati dalle ultime DGR IX/3542 del 30.5.12 e DGR IX/1964 del 6.7.11 (1)  La gestione è più complicata per la presenza di diversi fattori (1)

Dom.10: “Non per sentito dire, ma con una risposta obbiettiva: secondo voi operano in Lombardia associazioni poco trasparenti o collegate ad attività commerciali e, se sì, in che percentuale?”

Sì 15 Media indicata 24% Non saprei 5

Con questa domanda, che abbiamo cercato di rendere il più possibile obbiettiva, abbiamo affrontato un tema datato e alquanto spinoso nel comparto del soccorso. Secondo le associazioni che hanno risposto, circa un’associazione su cinque presterebbe il fianco a un’operatività poco trasparente e criticabile. In maggiore specificità, si può osservare come la percentuale emersa nei centri più grandi sia risultata del 36%, mentre quella nei centri minori sia stata del 21%.

E’ questa una realtà che andrà affrontata con coraggio e rigore, anche in base alle indicazioni che emergono nella domanda che segue.

Dom. 11: “L’esistenza (eventuale o certa) di simili associazioni incide o inciderebbe negativamente sul servizio di soccorso e perchè?”
Sì 12
No 1

Non saprei 7

Motivi di ripercussione sul servizio Mancanza di formazione/professionalità dei soccorritori (7)

Tariffe poco trasparenti e non rispondenti a quelle regionali (3) Presenza di falsi volontari (2)
Raggiri delle normative (2)
Riduzione professionalità e qualità generale del soccorso (1) Mezzi e attrezzature poco adeguate (1)

Remunerazione inadeguata (1)
Badano alla commercializzazione e poco ai pazienti (1) Turbative nelle gare di appalto (1)
Certe si spacciano per Onlus (1)
Uso improprio delle sirene per finti servizi (1) Sfruttano indebitamente servizi finanziari (1)

Non è ammissibile una simile presenza (1)

Dom.12: “Cosa pensate della prospettiva di differenziare le associazioni rispondenti ai requisiti normativi e di trasparenza da quelle non rispondenti mediante una diversa veste o dicitura grafica sulle ambulanze e vetture di servizio?”

A questa prospettiva si sono dichiarate

Molto d’accordo 19 Abbastanza d’accordo 1

Alle risposte sono seguiti anche alcuni consigli:

Dicitura grafica su ambulanze e divise per identificare le Associazioni rispondenti ai requisiti (2) Aumentare il controllo di bilanci – di loro organi (2)
Istituire un Albo pubblico delle associazioni (1)
Informare il pubblico sulla diversità dei servizi offerti (1)

La prospettiva di differenziare le associazioni in regola da quelle non rispondenti ai requisiti normativi richiesti è risultata alquanto gradita e attesa dalle associazioni interpellate.
Le soluzioni possono essere diverse, dando ad esempio la possibilità di utilizzare termini come “Croce”, “Volontari”, “Volontaria” “Associazione” o l’antica “Misericordia” unicamente alle associazioni rispondenti ai requisiti e alle normative nazionali o regionali e imponendo termini come “Società”, “Cooperativa” o similari alle altre, evidenziandone il carattere commerciale. Le strutture per imporre e controllare il comparto, anche con la collaborazione della Guardia di Finanza, esistono e vanno fatte solo funzionare.

Conclusioni:

A dire il vero, c’è da augurarsi che i responsabili delle grandi o delle piccole associazioni che opera no nel soccorso e soprattutto gli organismi incaricati dalle istituzioni, con un pizzico di umiltà, vogliano trarre utili indicazioni e dunque qualche conclusione anche da questo modesto studio.
Da un punto di vista tecnico, gli addetti conosceranno senz’altro i problemi del settore e tuttavia ci pare che permangano tuttora aspetti che ostacolano o che interferiscono con l’opera e l’apparato del soccorso e dunque che esistano spazi migliorativi.

Da “non addetti”, ma da semplici amici e difensori di questa realtà e in particolare dei volontari, ci sentiamo di raccomandare una rivisatazione a tutti i tasselli che compongono il mondo del soccorso: dalla competenza necessaria per accertare le condizioni degli infortunati alla gestione dei soccorsi, dalla formazione del personale soccorritore alle strutture ricettive ospedaliere e ai Pronto Soccorso, ma anche alle procedure burocratiche, a una maggiore collaborazione e coesione tra associazioni per risparmiare sui costi, fino a una maggiore tutela del personale e dei volontari.

Ci auguriamo infine che Stato, Regioni e Comuni vogliano riconsiderare l’enorme beneficio che ricavano dal mondo del volontariato, non solo in termini economici ma anche sociali ed educativi e che vogliano, magari con l’aiuto delle Forze dell’Ordine e soprattutto delle specifiche strutture pubbliche di coordinamento, evidenziare e agevolare le associazioni eticamente pulite e rispondenti ai requisiti richiesti.